
CALVIZIE
La perdita dei capelli non ha quindi solo un effetto estetico e psicologico, ma può anche avere delle conseguenze di natura sociale; alcuni studi hanno infatti dimostrato che un gran numero di uomini calvi sembrano essere meno a loro agio nelle relazioni con gli altri. La calvizie può avere cause diverse: esiste un’alopecia di tipo acuto ed una di tipo cronico.
Queste alopecie occasionali possono essere trattate e risolte con un semplice trattamento medico ed essere evidenziate da una diagnostica precoce (tricogramma e fototricogramma). Poiché il capello si nutre di sangue ed incorpora tutte le piccole molecole suscettibili di passare dai vasi alle cellule del bulbo, oggi gli esami effettuati sul capello permettono di scoprire se l’organismo ha assunto sostanze stupefacenti, tossiche, dopanti o farmacologiche, divenendo assai importanti nel campo delle indagini e dei procedimenti di natura giudiziaria e sportiva.
L'alopecia cronica detta "androgenetica", quella che più ci interessa, colpisce circa il 20-30% della popolazione maschile ed ha nel 90% dei casi un'origine doppia: ereditaria ed ormonale.
I differenti trattamenti medici utilizzati (minoxidil, finasteride) ritardano la caduta ma non fanno in alcun modo ricrescere i capelli mancanti; dinanzi a questi casi di calvizie solo l'atto chirurgico diventa efficace.
Tra le varie tecniche chirurgiche utilizzate nel tempo (innesti, lembi, riduzione dell'alopecia, estensione del cuoio capelluto, espansori cutanei, liftings del cuoio capelluto, etc..) una prevale attualmente su tutte ed è utilizzata in più del 90% dei casi: l'autotrapianto microchirurgico dei capelli.
Questo tipo di intervento si è evoluto nel tempo ed ha raggiunto, oggi, una raffinatezza tecnica tale da essere personalmente impercettibile facendo prevalere la naturalezza del risultato come obiettivo primario. Per una giusta esecuzione di questo tipo di intervento gli aspetti tecnici, estetici ed artistici si armonizzano tra di loro, in una strategia chirurgica personalizzata, per risolvere un problema non solo somatico, ma anche e soprattutto di natura psicologica.
Nella sua parte inferiore è situata la papilla, piccola depressione che riceve i vasi sanguigni; la radice è contenuta in un sacco, e l’insieme costituisce il follicolo pilifero. Tra il bulbo e il punto di fuoriuscita del capello si trovano le ghiandole sebacee e questo insieme costituisce il sistema pilo-sebaceo.
Il follicolo pilifero situato a livello del derma e la ghiandola sebacea che gli è annessa producono il sebo che lubrifica la capigliatura. Prodotto in quantità normali, il sebo dà al capello un aspetto brillante molto bello, ma l’iperseborrea favorisce, in un cuoio capelluto grasso, la moltiplicazione di batteri e funghi responsabili di pellicole, crosticine e di caduta sovente temporanea dei capelli che talvolta diviene cronica e ribelle ai trattamenti. Bisogna sapere che la capigliatura di un uomo adulto è composta da circa 100.000 a 120.000 capelli in perpetua evoluzione.
La vita del capello ha un ciclo che si divide in tre fasi: ogni capello cresce per tre o quattro anni durante una fase detta “anagen” che occupa la quasi totalità del ciclo. Poi il capello entra in una fase di riposo che dura dalle due alle quattro settimane: fase “catagen” ed infine cade perchè, lavandolo o pettinandolo, è espulso da un nuovo capello vivente che si forma a livello del follicolo pilifero: questa terza fase detta “telogen” dura in media tre mesi.
È assolutamente normale perdere ogni giorno dai venti ai quaranta capelli senza alcuna preoccupazione. La durata dei cicli permette di regolare la crescita dei capelli e la loro lunghezza; il numero di cicli, nel corso di una vita, varia da venti a venticinque nel migliore dei casi, cioè per i capelli delle regioni occipitali e laterali. Quando la fase di crescita si riduce, il capello diventa progressivamente più corto e sottile fino a scomparire mentre il bulbo si riduce di volume. Da notare che la velocità di crescita di un capello è di circa 0,5 mm ogni giorno (12-15cm l’anno). Ciò nonostante, i capelli crescono più o meno rapidamente in base alla loro localizzazione (più veloci al vertice, più lentamente nella zona occipitale), in base al sesso, alla razza, all’età, alle stagioni, etc..
Calvizie maschile
Nell’uomo causa primaria della calvizie è legata alla seborrea che si traduce in un rapido accumulo di grasso a livello dei capelli e del cuoio capelluto che provoca, in associazione a questo fenomeno, la produzione di sottili pellicole.All’origine della seborrea c’è la degradazione dell’ormone testosterone in un prodotto metabolico, il diidrotestosterone (DHT) ed essa è molto nociva per i capelli perché li soffoca. La ritroviamo soprattutto nelle zone frontali e parietali dove i follicoli possiedono dei recettori al testosterone.
Abbiamo così due diversi tipi di calvizie nel maschio: una calvizie ad evoluzione lenta che inizia intorno ai 27-35 anni e progredisce lentamente senza mai divenire molto grave ed una calvizie ad evoluzione rapida che inizia molto presto, verso i 17-18 anni e diviene completamente evolutiva verso i 28-30.
Essa varia da un soggetto all’altro provocando la perdita di circa 200 e più capelli al giorno con dei periodi di esacerbazione e di sedazione e si manifesta più spesso nelle zone temporali e del vertice, risparmiando una piccola zona frontale, per poi terminare in una calvizie avanzata con una corona “ippocratica” ben sguarnita. Più la seborrea è precoce ed importante, più l’alopecia (o calvizie) sarà rapida e importante. Inoltre constatiamo nella calvizie una trasmissione ereditaria e di razza: essa è frequente nella razza bianca, molto meno nella razza nera e più rara in quella asiatica. L’ereditarietà interviene anche sulla natura stessa del capello (spessore e colore) e sull’imbiancamento più o meno precoce di essi.
Calvizie femminile
Anche nella donna esiste un diradamento fisiologico dovuto all’età; talvolta essa soffre come l’uomo di alopecia androgenetica di natura costituzionale su base ereditaria. La perdita è lenta ed è accompagnata da una abbondanza di capelli untuosi e di forfora; differisce dalla calvizie maschile per l’aspetto più diffuso ed omogeneo del diradamento senza zone completamente calve. La zona principalmente colpita è il vertice con una caduta di intensita’ variabile; possono essere interessate anche le regioni posteriori della testa e della nuca che nell’uomo non sono coinvolte, mentre è risparmiata una banda anteriore sulla fronte di 2-3 cm circa.In linea generale la calvizie femminile inizia più lentamente che nell’uomo e più tardivamente, intorno ai 40 anni. Una perdita patologica può comparire in occasione di eventi che rompono l’equilibrio metabolico, come allattamento, menopausa, diete sbagliate, periodi di stress e terapie farmacologiche particolari. Come sopra detto, in alcuni casi può esserci una calvizie di tipo androgenetico con iperproduzione di ormoni maschili ed alcuni fenomeni collaterali come irsutismo, irregolarità mestruali, acne; ciò può essere accompagnato da alterazioni dell’apparato ovarico e surrenale. Il ricorso alle terapie mediche può fronteggiare a volte il problema in associazione con l’autotrapianto chirurgico che riesce a correggere anche casi avanzati di calvizie femminile.
Calvizie cicatriziale
Interessa una zona più o meno ampia del cuoio capelluto dove la pelle si presenta sottile e rigida ed i follicoli piliferi scomparsi; ne esistono varie forme sia di natura traumatica, da ustioni, incidenti stradali, pettinature troppo strette e tirate (code di cavallo, chignon).Una forma particolare è la tricotillomania, tic nervoso che porta chi ne soffre a strapparsi i capelli. Altro tipo è la calvizie causata da interventi di chirurgia sul cuoio capelluto sia con finalità curative (asportazioni di tumori) che estetiche, come lifting cutanei temporali non perfettamente eseguiti.
Calvizie areata
Interessa i giovani, ha una evoluzione imprevedibile ed è dovuta allo stress o ad uno schoc psicologico. Nella maggior parte dei casi (80%) guarisce completamente ed i capelli tornano in pochi mesi, mentre in alcuni soggetti si stabilizza per tutta la vita o si ripresenta periodicamente.Calvizie da carenze alimentari
La normale crescita dei capelli richiede un giusto apporto di proteine, (importanti gli aminoacidi contenuti nell’uovo e nel latte come cistina e metionina), vitamine A, B, C, PP, alcuni oligoelementi minerali quali ferro, calcio, zinco; la loro mancanza e diete ipocaloriche severe possono causare questa calvizie, che regredisce con la correzione della carenza vitaminica o alimentare.Calvizie reversibili
Una forte perdita di capelli può seguire a stati febbrili, stress fisici e psichici, parto, interventi chirurgici, terapie anticoagulanti, chemioterapie antitumorali, alcune sindromi endocrine (tiroide ed ipofisi), collagenopatie, lupus eritematoso, etc. Questa forma di effluvio improvvisa ed angosciante è un fenomeno che generalmente regredisce in modo spontaneo.Terapia Medica
Vari trattamenti medici sono stati ideati nel tentativo di stimolare la crescita dei bulbi piliferi e di rallentare la loro involuzione. Scarsamente efficaci si sono dimostrati i vari farmaci che cercano di normalizzare la produzione di sebo mentre alcuni effetti collaterali ,come la caduta della libido e lo sviluppo di caratteri secondari di femminilizzazione, impediscono l’uso generale o locale di ormoni. Recentemente sono state scoperte ed utilizzate, con discreti risultati, sostanze che riducono l’azione del testosterone. Tra queste un farmaco anti-androgeno utilizzato per combattere i disturbi della prostata, la finasteride. Questa sostanza va assunta quotidianamente a tempo indefinito, non sembra avere effetti collaterali ma la possibilità di disturbi della sfera sessuale e riproduttiva, anche se rari e transitori, fanno forse preferire prima dei trentacinque anni l’utilizzo delle sostanze naturali con analoga azione.
Un qualche aiuto può venire dagli integratori alimentari ricchi in aminoacidi, vitamine e minerali e dall’uso locale di lozioni a base di minoxidil al 5%. Questo farmaco è un vasodilatatore potente utilizzato nel trattamento di alcune ipertensioni arteriose: dopo una accentuazione della caduta nelle prime quattro settimane, si ha poi una normalizzazione ed una stabilizzazione di essa a partire dalla 5-8 settimana nel 90% dei casi, con aumento del calibro dei capelli atrofici.
Nella donna, qualora la causa sia uno scompenso ormonale, la cura consiste nella somministrazione di una pillola anticoncezionale con estro-progestinici e l’applicazione locale di soluzioni contenenti lo stesso ormone anti-androgeno. L’efficacia di queste terapie mediche sulla caduta dei capelli è apprezzata da differenti esami specifici come il tricogramma, esame microscopico che permette di analizzare il numero di bulbi ad ogni stadio evolutivo della vita del capello e di apprezzare il rapporto tra i capelli in fase anagen e quelli in fase telogen (sospetto se inferiore a 4 e patologico se inferiore a 3) ed il fototricogramma o videotricogramma che consiste nel fare uno studio fotografico comparativo di una piccola superficie del cuoio capelluto precedentemente scelta; questa tecnica, complementare al tricogramma, permette di prevedere l’evoluzione del capello. Per completezza si puo’ citare l’uso frequente di alcuni shampooings antiseborrea, antipellicolari od antiforfora, necessari ad eliminare la desquamazione eccessiva delle cellule superficiali del cuoio capelluto ed il massaggio meccanico regolare di esso, al fine di ossigenare il cuoio capelluto ed eliminare la pellicola grassa nociva.
Terapia Chirurgica
Tra le tante tecniche chirurgiche utilizzate con successo per affrontare il problema “calvizie”, oggi il micro autotrapianto dei capelli è certamente quella su cui uomini e donne possono contare di più per ottenere un risultato naturale e duraturo. Il progresso tecnico raggiunto con i microinnesti ed il trapianto di unità follicolari da’ all’infoltimento un aspetto naturale che non lascia percepire l’opera del chirurgo.
Questa tecnica chirurgica ha come vantaggio principale, quindi, la naturalezza dei risultati, sia nella ricostruzione della attaccatura, sia nel rispetto dell’integrità del cuoio capelluto, con cicatrici quasi impercettibili. Il paziente non ama essere riconosciuto socialmente come un “trapiantato“, pertanto il chirurgo deve ben utilizzare i suoi sforzi perchè non rimangano tracce visibili del suo operato.
Il trapianto di capelli è basato sul concetto di «dominanza del donatore» nella MPB (Male Pattern Baldness o Calvizie Maschile Ereditaria). Se un innesto viene preso da un’area destinata ad essere permanentemente ricoperta di capelli e viene trapiantato nell’area di una attuale o futura MPB, dopo un iniziale breve periodo di effluvio, continuerà a produrre crescita di capelli nel suo nuovo sito per tanto tempo, quanto avrebbe fatto nel sito originale.
Questa tecnica consiste dunque nel prelevare i bulbi dal territorio temporo occipitale, che è la zona in cui i capelli non sono mai colpiti dal processo della calvizie essendo geneticamente programmati per crescere tutta la vita (zona donatrice) e trasferirli verso le zone più sguarnite. Sembra in effetti che il meccanismo stesso della calvizie si trovi all’ interno proprio dei follicoli, in quanto, nei soggetti geneticamente predisposti, esiste una recettività particolare di essi al testosterone nelle regioni frontali e parietali (zone riceventi). Al contrario i follicoli delle regioni temporale e occipitale (zone donatrici) ne sono indenni e pur essendo spostati da una zona all’ altra della testa mantengono il loro potere genetico iniziale.
Solo negli ultimi anni il progresso tecnico raggiunto con l’ utilizzo dei mini-innesti, che hanno un diametro da 2 a 2,5 mm, contengono 3 o 4 capelli (piccoli) ed ancor più dei micro-innesti , che possiedono un diametro da 1 a 1,5 mm e contengono 1 o 2 capelli, ha consentito di trapiantare dei bulbi di piccolissimo calibro ottenendo un rinfoltimento talmente naturale da non lasciar quasi percepire l‘opera del chirurgo.
METODO F.U.T. L’ evoluzione più importante dell’ autotrapianto è stato, in un primo tempo ,sicuramente il metodo FUT, cioè il “follicular unit transplant” o trapianto delle unità follicolari, definite dal numero di capelli (da 1 a 3) che fuoriescono dallo stesso poro della pelle e che contrariamente ai microinnesti del trapianto classico, sono preparati senza dividere i bulbi collegati tra di loro. In pratica si innestano i capelli così come si trovano naturalmente nel cuoio capelluto, riuscendo quindi ad ottenere unità monobulbari (un solo bulbo pilifero) o raggruppamenti di 2-3 follicoli (unità bi-tribulbari). La preparazione delle unità follicolari richiede una equipe medica e paramedica particolarmente esperta ed un microscopio stereoscopico che permette di ingrandire la parte da selezionare. Si possono così ottenere infoltimenti con una densità fino ad ora sconosciuta, grazie ai quali si potrà ricostruire in modo estremamente naturale ogni parte del cuoio capelluto, in particolare la zona frontale. Con questa tecnica praticamente tutti i capelli trapiantati attecchiscono mentre nella metodica tradizionale un 3-4 % circa non ha poi la forza per crescere . I bulbi innestati sopravvivono meglio perché nell’unità follicolare i singoli follicoli presenti interagiscono tra loro scambiandosi varie sostanze come enzimi e fattori di crescita, che permettono loro di rafforzarsi a vicenda : in questi casi l’infoltimento migliore è graduale e progressivo e può richiedere più di una seduta, ognuna con l’inserimento di 2500/3000 bulbi e della durata di circa 3 ore.
METODO F.U.E.
Ma certamente la recentissima tecnica detta FUE (Follicular Unit Extraction o estrazione follicolare unitaria), rappresenta l’ultima frontiera dell’implantologia capillare volta ad evitare la cicatrice occipitale provocata dal prelievo delle strisce di tessuto dal sito donatore. Essa si basa sul prelievo diretto delle unità follicolari dalla zona occipitale e sul loro reimpianto immediato nel sito ricevente.E’ la tecnica meno invasiva non prevedendo l uso del bisturi e permette una redistribuzione del capitale capillare in modo naturale e senza traccia.Il prelievo è realizzato con l aiuto di un micropunch di diametro inferiore a 1mm. Il suo principale vantaggio è di aumentare sia la zona donatrice del 30/40%, sia il numero di unita’follicolari prelevate di cui quelle che contengono 1-2 capelli sono utilizzate per il rifacimento della linea frontale e quelle che hanno 3-4 capelli per dare piu densita’ alla zona posteriore. Anche il tempo di cicatrizzazione è piu breve rispetto a quello del FUT.
Due tecniche di innesto possono essere utilizzate : una prevede la realizzazione di microincisioni (slits) ravvicinate che tengono conto dell’asse naturale del capello per un migliore risultato, inserendo poi gli innesti con delle micro pinze chirurgice ; l altra utilizzando la penna di Choi, costituita da un ago con una incisione laterale che permette l inserzione del capello che viene poi spinto da un piccolo pistone per inserire il bulbo in profondita’.Questa tecnica, se eseguita da mani esperte, può garantire l,attecchimento di almeno il 98% delle unita prelevate malgrado la sua estrema difficoltà. Il chirurgo ad ogni seduta dispone di circa 1600/2000 unità follicolari , per cui il metodo FUE è oggi il piu’ utilizzato per le indicazioni di calvizie.
Il paziente spesso desidera che venga ricreata una linea anteriore da diciottenne ma il chirurgo non può e non deve assecondare questa richiesta, in quanto l’effetto estetico positivo deve mantenersi nel tempo anche quando i capelli circostanti quelli innestati, che durano per sempre, andranno persi per la progressione della calvizie.
Il posizionamento della linea anteriore sarà sempre effettuato nella parte alta della fronte, 9-10 cm al di sopra delle sopracciglia. Nella donna, il trapianto si può effettuare purché ci sia una densità di capelli sufficiente nella zona donatrice, ma quasi mai è possibile rinfoltire tutta la zona diradata che è molto più diffusa che nell’uomo.Il chirurgo dovra’ spiegare chiaramente al paziente alcuni punti:
- la durata del trattamento,
- la necessità, nella maggior parte dei casi, di più interventi;
- il fatto che, con la tecnica dell’autotrapianto, egli non potrà ritrovare la massa e la densità di capelli di un tempo;
- l’aspetto strategico: bisognerà essere efficaci, quindi si cercherà di utilizzare al meglio il capitale di capelli di cui disponiamo per posizionarlo in zone strategiche.
- il futuro tracciato ed i contorni dell’attaccatura dei capelli a livello fronto-temporale: è un momento importante ed in esso si decide col paziente l’altezza della fronte e delle zone temporali;
- i tempi medi di ricrescita del capello, spiegando bene che i bulbi trapiantati ne ridaranno uno nuovo non prima del quinto mese successivo all’intervento.
Durante la prima visita verrà compilato il dossier medico-chirurgico del paziente e verrà realizzato un bilancio fotografico. Spesso differenti situazioni evidenziatesi alla prima visita ci porteranno o a rifiutare categoricamente l’intervento o ad indurre il paziente a temporeggiare ed eventualmente riprendere un successivo appuntamento. Un dubbio terapeutico può sussistere quando ci troviamo di fronte a pazienti molto giovani completamente angosciati dalla perdita dei capelli, pur constatando una densità soddisfacente che non si accompagna ad alcuna zona di alopecia, o ad altri pazienti che presentano un leggero approfondimento di solo qualche millimetro delle zone temporali. In questi casi la prescrizione di una terapia medica (finasteride o minoxidil) è l’atteggiamento ideale.
L’autotrapianto dei capelli è un intervento che si pratica sempre in anestesia locale. I micro innesti prelevati vengono posti provvisoriamente su garze imbevute di soluzione fisiologica per essere verificati e selezionati prima di essere impiantati;l innesto puo essere effettuato o con la tecnica Chioi descritta sopra o con tecnica automatizzata Safer che consiste in un prelevamento ed impianto realizzate con un sistema a motore attraverso dei punch (microbisturi circolari) di diverse dimensioni che prelevano gli innesti aspirandoli e poi li reimpiantano in un secondo tempo sugli slit (microincisioni) gia preparate in zona ricevente.. Per entrambe le tecniche di FUE è preferibile rasare il cranio prima dell intervento. I Vantaggi della tecnica FUE : ---nessuna cicatrice nessun sanguinamento importante linea frontale assolutamente naturale grazie ai microinnesti da 1mm tecnica indolore grazie all anestesia locale con xilo adrenalina nessun dolore postoperatorio
Una medicazione leggermente compressiva viene fatta alla fine dell’intervento e verrà rimossa l’ indomani dal medico chirurgo che verificherà ancora una volta il buon posizionamento e la stabilità degli innesti; da questo momento essi sono trattenuti in loco da piccole croste formatesi attorno, che poi cadranno nel giro di 10-15 giorni lasciando una superficie di cuoio capelluto leggermente arrossata. Si consiglia al paziente di evitare l’uso di aspirine e l’assunzione di alcool sia immediatamente prima dell’intervento, che nel periodo della copertura antibiotica (4-5 giorni a partire da esso), di evitare sforzi intensi e sport per almeno dieci giorni. I bulbi innestati ridaranno i nuovi capelli a partire dal quinto mese dopo l’intervento. I pazienti devono essere avvisati che, sebbene la crescita cominci in questo periodo, devono passare almeno sei mesi prima che siano lunghi abbastanza per dare un‘idea di come saranno e circa nove mesi prima che l’effetto estetico definitivo di ciascuna seduta possa essere chiaramente percepito. Un primo appuntamento con il paziente viene preso 10gg dopo l’intervento ed un secondo circa sei mesi dopo, per constatare il risultato ottenuto e la corretta ricrescita dei capelli.
Lo stile e l’eleganza che caratterizzano la cultura del nostro paese, ci portano a prediligere l’aspetto più naturale dei risultati, con meno cicatrici possibili e nessuna alterazione del cuoio capelluto. Ciò richiede un impegno ancora maggiore richiesto all’equipe medico chirurgica: pazienza e meticolosità, unitamente alla creatività artistica del chirurgo, sono elementi indispensabili per un buon risultato, indubbiamente molto gratificante per il paziente e per gli operatori.