
CHIRURGIA DEL VOLTO
Il Lifting
Un lifting ben riuscito è quello che, oltre a far recuperare 8-10 anni, deve migliorare la stabilità, la freschezza e la tonicità del viso, ridandogli un aspetto pieno, dei contorni stabili ed un ovale ben disegnato; il tutto senza modificarne l'equilibrio e preservandone la mobilità. Il viso, col passar degli anni, subisce un duplice "attacco", sulla pelle e sui tessuti sottocutanei; questi due fenomeni non sono legati tra loro ed in chirurgia estetica costituiscono oggetto di trattamenti distinti. Il lifting non ha effetto diretto sulle rughe ma sui tessuti sottocutanei, correggendo il loro cedimento e riposizionandoli; come complemento ad esso, le rughe possono essere trattate con infiltrazioni di botulino ed il ripristino dei volumi potrà essere fatto con infiltrazioni di grasso autologo (lipofilling o lipostruttura).
Non tutti i visi invecchiano allo stesso modo, molto dipende dalla loro forma e dalla qualità della pelle. Il lifting è oggi la sola tecnica che permette di contrastare il movimento di appesantimento o di rilassamento del viso, di cui il tempo che passa è il principale responsabile, sforzandosi di correggerli il più possibile, in funzione dello stato della pelle e delle richieste del paziente, rispettando sempre l'armonia e la forma del volto stesso.
Le tecniche operatorie si sono molto evolute nel tempo ed è per questo che oggi si fa sempre più spesso ricorso a dei lifting "localizzati", interventi meno invasivi e più mirati, che rispondono meglio agli obiettivi prefissati con i pazienti, agendo singolarmente o combinati tra loro.
Il Lifting « Miroir »
La filosofia di questo nuovo lifting é quella di riposizionare con esattezza i tessuti molli del viso(pelle ,grasso ,muscolo) sulla loro posizione ossea d origine senza trazione nè rigonfiamento.
Sedendosi con uno specchio (miroir) e tirando indietro il viso come in posizione orizzontale , vi vedrete ringiovaniti ; cio’ perche’ il ringiovanimento in tale posizione si opera su tre piani dello spazio ed il viso ritorna triangolare con un rialzamento degli zigomi ed una sparizione del cedimento delle guance.La distanza tra la palpebra inferiore e l inizio della guancia si è anch essa ridotta , il collo si è disteso e le pieghe della marionetta all angolo delle labbra si sono molto attenuate.
Questa tecnica pubblicata recentemente nel 2020 sullla migliore rivista internazionale, il « Plastic Reconstructive Surgery Journal »ha come obiettivo quello di ottenere un viso quasi identico sia nella posizione orizzontale che in quella verticale ;è infatti per scivolamento dei tessuti sulla superficie ossea che che si ridistribuisce volumetricamente ed in maniera tridimensionale il loro insieme preservando la palpebra inferiore e tenendo presente che in base a diversi studi è ormai accertato che le due metà del viso sono asimmetriche ed influiscono sulla tenuta dei tessuti .
Definiamo in base a questo l asse ideale di riposizionamento dei tessuti cutanei e muscolari che vogliamo ottenere; l intervento , in anestesia generale consiste in una incisione temporale ed una preauricolare per isolare i compartimeni grassi della parte media del viso. Creando un doppio piano di scollamento. I tessuti vengono poi riposizionati in alto verso la zona zigomatica , cosa che rida’ al viso la sua forma triangolare e riduce la distanza tra la giunzione palpebrale inferiore e lo zigomo stesso. Queqsto lifting zigomatico é il primo vettore del lifting miroir mentre il suo secondo é dato dalla ,ritensione cutane emuscolare della zona cervico facciale che sara piu’ o meno obliqua in base alla meta’ del viso trattata. I fili vengono tolti dopo una settimana ed il recupeo varia dale due alle quattro settimane.
Il lifting temporale
Attraverso una mini incisione nascosta tra i capelli, agisce sulla regione delle tempie, correggendo la caduta della parte esterna del sopracciglio, rimettendo in tensione la pelle della zona angolare dell’occhio ed attenuandone le rughe laterali e della parte alta degli zigomi. Questo intervento tratta un segno precoce di invecchiamento del viso, che può avvenire già intorno ai 35-40 anni: la caduta del sopracciglio. Questo intervento può essere praticato in anestesia generale o locale potenziata.
Il lifting cervico-facciale
Il più frequentemente praticato, corregge l’ovale del viso, il cedimento delle guance, appiana il solco naso-genieno ed agisce anche sul collo, dando al viso un aspetto migliore in forma e consistenza dei tessuti; estendendosi inoltre ai tessuti sottocutanei, rimette in tensione sia il sistema muscolo-aponeurotico superficiale, sia la pelle che viene riposizionata eliminandone l’eccesso. L’intervento è praticato in anestesia totale, rispettando le linee dei capelli, con cicatrici sempre più ridotte ed il più possibile nascoste.
Il minilift
E' una variante del precedente e si limita al trattamento del solo ovale del viso senza estendersi alla zona del collo , con una trazione verticale dei tessuti e dei muscoli sottocutanei. Le cicatrici sono molto più limitate, sempre nascoste nelle zone capillari e nella parte interna dell’orecchio e la convalescenza è molto piu breve. Questo intervento può essere effettuato in anestesia generale o locale potenziata. Sia al lifting cervico facciale che al minilift può essere aggiunta una resezione od indebolimento, effettuato per via endobuccale, del muscolo depressore dell'angolo della bocca (DAO, depressor angulo oris) responsabile delle cosidette rughe della "marionetta".
Questi differenti interventi, come detto, possono essere praticati in maniera isolata o combinati tra loro. In funzione dello stato della pelle e della domanda iniziale, possono essere completati con una lipoaspirazione praticata sotto la zona mentoniera per eliminare il cosidetto "doppio mento", e con una lipostruttura o "lipofilling" del viso.
Qualunque sia la tecnica impiegata, tutti i lifting hanno come scopo finale quello di correggere gli effetti dell'invecchiamento sul viso in base alla percezione più o meno obiettiva di ognuno di noi. Il fatto che oggi l'età media del primo lifting si sia abbassata, è anche garanzia di migliori risultati, perchè una pelle più giovane è sempre più malleabile e reagisce meglio allo shock operatorio.
L'intervento
Schematicamente l'intervento si svolge in tre tempi: dapprima il chirurgo "scolla" una parte della pelle del viso, la cui estensione varia caso per caso; poi la tende verso l'alto e l'indietro in modo estremamente preciso e dosato ed infine elimina l'eccesso cutaneo, prima di ricucire i tessuti. Questa azione è completata da un riposizionamento ed uno stiramento dei muscoli, destinato a correggerne il rilassamento e dei depositi di grasso presenti nel sottocutaneo; ciò migliora sensibilmente il risultato dal punto di vista della qualità e della durata nel tempo.
I procedimenti operatori hanno subito, negli ultimi anni, dei progressi in precisione, in efficacia ed in sicurezza; allo stesso tempo, la conoscenza dei processi di invecchiamento della pelle è migliorata, in parte grazie alla cosmetologia, preziosa alleata della chirurgia estetica e tutto ciò ci consente, oggi, un risultato finale il più possibile discreto ed in cui l'espressione del volto non viene modificata restando assolutamente naturale.
L'intervento viene fatto in anestesia generale o locale potenziata e può riguardare le quattro palpebre superiori ed inferiori o solo due di esse; nel caso della blefaroplastica inferiore, quando non c'è un eccesso di pelle da asportare e si vuole agire solo sugli accumuli di grasso, si può utilizzare le tecnica trans-congiuntivale, in anestesia generale, che ha il vantaggio di evitare le cicatrici esterne. Queste, nella tecnica classica, sono comunque praticamente invisibili perchè dissimulate nelle pieghe naturali delle palpebre; i punti vengono già asportati in 3-4 giornata ed il risultato definitivo si avrà circa due o tre mesi dopo l'intervento che è uno dei più duraturi, come stabilità di risultato, di tutta la chirurgia estetica.
Quando si desidera un avanzamento di esso, si introduce un innesto osseo od una protesi al silicone, il cui volume e la cui forma sono state precedentemente modellate dal chirurgo con estrema precisione; questa tecnica ha il vantaggio di non lasciare cicatrici apparenti, ma, per l’introduzione della protesi, può anche essere fatta una incisione esterna cutanea, nascosta in una piega non visibile. Nel caso meno frequente in cui, invece, si cerca la riduzione di un mento troppo prominente, la tecnica è simile: la punta della mandibola è tagliata prima di essere asportata, eventualmente riposizionata, o semplicemente rimodellata con un micromotore abrasivo.
L'intervento consiste nel praticare una incisione dietro l'orecchio, nella zona del padiglione situata tra tra le pieghe e l'osso del cranio; viene quindi asportata una porzione ellittica di pelle, ricreando poi i rilievi naturali dell'orecchio e lavorando poi, mediante asportazione o indebolimento, la cartilagine profonda, che viene riavvicinata al cranio il più possibile, fissandola nella sua nuova posizione. Una medicazione compressiva sarà realizzata alla fine dell'intervento, effettuato in anestesia generale o locale potenziata; una speciale fascia contenitiva copriorecchie sarà poi tenuta per due settimane ed il risultato definitivo si avrà dopo qualche mese. Nella maggior parte dei casi sono le due orecchie ad essere trattate, ma si può intervenire su una sola di esse, se il caso lo richiede.
Oggi le tecniche di rinoplastica sono numerose e sicure e si sono sviluppate in complessità e finezza grazie ad una manipolazione sempre più precisa dei tessuti del naso, senza che ciò, naturalmente, comprometta la sua funzione respiratoria. Le rinoplastiche permettono di rispondere in modo sempre più preciso alla domanda, consentendo di ottenere un risultato armonioso, estremamente soddisfacente ed il più discreto possibile. Prima di ogni intervento si realizza un progetto con foto in bianco e nero e con foto numeriche al computer. Il paziente ed il chirurgo discutono insieme le correzioni desiderate e viene effettuato un esame minuzioso della funzione respiratoria e del setto nasale; anche la pelle che lo ricopre sarà esaminata in quanto più essa è elastica, meglio riprenderà il suo posto sulla nuova struttura.
L’intervento è praticato in anestesia generale, in alcuni casi può essere praticata una anestesia locale potenziata. Partendo da una incisione praticata all’interno delle narici, il chirurgo isola la struttura osteo-cartilaginea “scollando” la pelle che la ricopre all’esterno e la mucosa che la tappezza all’interno. Si procede allora alla sua modifica, dando la forma desiderata a questa infrastruttura solida. La tecnica da utilizzare verrà scelta dal chirurgo in base alle correzioni che si desidera apportare ed alle sue preferenze tecniche. Per ridurre il volume del naso o modificarne l’aspetto, sarà poi comunque necessario fragilizzare l’osso della “piramide nasale”, gesto di estrema precisione per un corretto riposizionamento del naso. La modifica può consistere nel restringere un naso troppo largo, realizzare l’ablazione di un gibbo, correggere una deviazione, accorciare un naso troppo lungo o allungarne uno troppo corto; può essere necessario l’utilizzo di innesti cartilaginei o ossei per colmare una depressione, migliorare la forma della punta, sostenere una parte del naso. Infine, la pelle che lo ricopre dovrà riadattarsi e riposizionarsi su questa struttura osteo-cartilaginea modificata, grazie alla sua elasticità. Una medicazione modellata è poi posta sul naso per almeno una settimana; le cicatrici sono invisibili e l’intervento può essere praticato sia per l’uomo che per la donna, già alla fine della crescita, cioè a partire dai 18 anni di età. Il nuovo naso è molto fragile e lo sarà anche durante i tre, quattro mesi che seguono all’intervento, arco di tempo necessario per poter apprezzare il naso definitivo. Alcune parti di esso, come la punta, possono essere trattati separatamente e corretti con un semplice intervento di ablazione cartilaginea eseguito in anestesia locale.